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Il Paese che considera la giovinezza una malattia

L’Italia è una delle economie avanzate che in questo secolo maggiormente hanno preteso di creare sviluppo e benessere senza le nuove generazioni. La riduzione demografica dei giovani e il deterioramento delle loro prospettive occupazionali non ha, infatti, quasi eguali in Europa. Ci siamo a lungo convinti che il problema del lavoro dei giovani fosse la bassa crescita economica, mentre avremo sempre più evidenza del contrario nei prossimi anni, ovvero ci troveremo con sviluppo competitivo del Paese frenato soprattutto dalla carenza di contributo solido e qualificato delle nuove generazioni.

Oltre gli stereotipi. Come cambia l’universo degli under 35

Le nuove generazioni sono per loro natura diverse dalle generazioni precedenti. Ancor più nelle epoche di grande rapidità del cambiamento, come quella attuale, rischi e opportunità degli attuali giovani sono diversi da quelli che hanno incontrato i loro genitori, insegnanti, datori di lavoro. Capire la realtà complessa e in mutamento è quindi un’operazione cruciale per interpretare il proprio tempo, per orientare le proprie scelte e per fornire strumenti utili a realizzare con successo i propri progetti di vita.
Tutto questo richiede lo sforzo di andar oltre i luoghi comuni, il che implica meno giudizio dall’alto su ciò che rende le nuove generazioni diverse da chi è stato giovane prima di loro (alimentando aspettative malriposte) e più attenzione dal basso per comprendere il nuovo di cui sono portatrici (in coerenza con il proprio tempo).

Giovani che progettano ma il rischio è arrendersi

Il cammino di preparazione del Sinodo dei Vescovi dedicato ai giovani è diventato l’occasione per la realizzazione di una delle esperienze, in assoluto, più ampie e interessanti di ascolto delle nuove generazioni di tutto il pianeta.
Molti e diversificati sono stati gli strumenti predisposti a questo fine. Si è partiti con il questionario destinato alle Conferenze Episcopali e ad altri organismi ecclesiali, attraverso il quale si sono chiesti dati su caratteristiche e condizioni dei giovani, assieme a informazioni su come le varie diocesi e le varie realtà ecclesiali di tutto il mondo interpretano concretamente la sfida del mettersi in relazione con le nuove generazioni.

Le attese dei giovani

Movimento cinque stelle e Lega sono considerate le forze che hanno vinto le elezioni, quelle che hanno ottenuto la maggior spinta dell’elettorato a prender posto nel Parlamento e, conseguentemente, ad assumere la guida del Paese. Sarà un bel rebus trovare una maggioranza, ma una cosa è certa: senza la fiducia di almeno una di tali due forze politiche (se non entrambe) nessun Governo è possibile.

Nella testa dei diciottenni. Cari ragazzi futuri centenari

Cosa sappiamo dei diciottenni italiani di oggi? Di quali caratteristiche distintive sono portatori? Come interpretano il loro tempo? Quali desideri, timori, attese hanno rispetto al proprio futuro?
I dati più solidi sono quelli demografici, che ci dicono che i diciottenni sono poco più di 570 mila, compresi circa 45 mila stranieri. Sono nati in un periodo di persistente denatalità, presentano quindi una dimensione meno consistente rispetto alle generazioni precedenti (i 35enni, ad esempio, sono pari a 730 mila e i 65enni attorno a 700 mila).