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Il sistema si salva con politiche su immigrazione e natalità

Dal punto di vista demografico, ma non solo, possiamo dividere l’intero pianeta in “partes tres”. La prima parte fino alla metà del secolo scorso coincideva con l’intero mondo, ora raccoglie circa metà degli stati, ma è destinata a trovarsi praticamente vuota alla fine di questo secolo. E’ composta dai paesi con una fecondità superiore ai due figli in media per donna.

Elezioni europee. I giovani chiedono risposte su lavoro e crescita

La partecipazione al voto dei giovani è considerata importante, al di là dei risultati finali sulla composizione del nuovo parlamento dopo il trauma della Brexit, come segnale di quanto il progetto europeo sia ancora vivo e possa essere rilanciato, migliorato e proiettato verso il futuro.

Il Paese che dimentica i giovani

C’è una crisi che precede la grande recessione, che la congiuntura negativa ha inasprito e che prosegue anche dopo, è quella che investe le nuove generazioni italiane. Una crisi che più che a fattori contingenti esterni va attribuita a persistenti limiti strutturali (e culturali) interni.

Poco lavoro e tanti sogni. Così i giovani di 18 anni si vedono a 45 anni

Mettere le nuove generazioni nelle condizioni di realizzare con successo la transizione alla vita adulta è il compito principale per un Paese che si prende cura del proprio futuro. Questo è ancor più importante oggi per la maggiore complessità e incertezza che pesa sulle scelte formative, occupazionali e familiari. In carenza di sistemi esperti efficienti di orientamento e supporto negli snodi del percorso di vita e professionale, troppi giovani rischiano di perdersi e di portare nella vita adulta delusioni e frustrazioni anziché energie e competenze per realizzarsi e far crescere il paese.

Idee per il futuro

Nel 2038 la popolazione del pianeta arriverà, secondo le previsioni delle Nazioni Unite con base 2017, a superare i 9 miliardi. Questo significa che ad abitare sulla Terra saremo un miliardo e mezzo in più rispetto ad oggi.
Ma è anche vero che la popolazione non aumenta più a ritmi crescenti, come avvenuto per larga parte del secolo scorso. Basti pensare che nei venti anni successivi (dal 2038 al 2058) la popolazione crescerà di “solo” un altro miliardo e in quelli dopo (dal 2058 al 2078) di poco più di mezzo miliardo. Arrivando poi ad assestarsi verso la fine del XXI secolo poco sopra gli 11 miliardi.