02/11/2016 | |
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Si intitola Neeting, il primo convegno nazionale dedicato ai giovani che non studiano e non lavorano, promosso dall’Istituto Toniolo, dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e da Fondazione Cariplo. Alla due giorni – che si terrà il 3 novembre presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Aula Pio XI e il 4 novembre presso Base Milano in Borgognone, 34 – interverranno esponenti del governo, del mondo accademico e del mondo imprenditoriale. Il tasso di Neet (i giovani che non studiano e non lavorano) può essere considerato una misura di quanto uno Stato dilapida il potenziale delle nuove generazioni, a scapito non solo dei giovani stessi ma anche delle proprie possibilità di sviluppo e benessere. Con tale acronimo (Not in Education, Employment or Training) vengono indicati i giovani che non partecipano a percorsi di istruzione o formazione e nemmeno stanno svolgendo un’attività lavorativa. Il termine è stato coniato nel Regno Unito verso la fine del secolo scorso, ma il suo uso diffuso inizia dal 2010 quando l’Unione europea adotta il tasso di Neet come indicatore di riferimento sulla condizione delle nuove generazioni. Rispetto all’usuale tasso di disoccupazione giovanile, nei Neet sono compresi tutti i giovani inattivi, non solo i disoccupati in senso stretto. Più nello specifico tale indicatore è espressione delle difficoltà della transizione tra scuola e lavoro.
Tra gli altri prenderanno parte alla I edizione di Neeting: Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Francesco Botturi, prorettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Sergio Urbani, direttore Fondazione Cariplo, Stefano Dedalo , direttore Risorse umana di Mc Donalds Italia, Alessandro Rosina, docente di Demografia all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Paola Bignardi, consigliere Fondazione Cariplo.