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ROMA Il termine usato e un neologismo preso a prestito dal demografo Alessandro Rosina: «degiovanimento». Un effetto particolarmente perverso della crisi demografica. Vale a dire la perdita
dei giovani, del capitale umano necessario alla crescita del Paese. Nel suo rapporto annuale, presentato ieri dal direttore generale Luca Bianchi, la Svimez ha spiegato quanto grave sia ormai questo fenomeno. Lo ha fatto andando ad analizzare cosa accadrà da qui ai prossimi dieci anni in quella fascia di età, 5-14 anni, che costituisce il primo serbatoio dell’istruzione. Il calo sarà drammatico e metterà a rischio la sopravvivenza di ben 3 mila scuole primarie in tutta Italia (…).