Sarò pure un inguaribile ottimista (e qualche volta un “ottimista tragico”) ma – pur condividendo la diffusa delusione per una campagna elettorale che, almeno fino a oggi, sta pagando un prezzo troppo alto alla litigiosità che accompagna eventi di questo tipo – non mi è sfuggito un segnale positivo. Lo voglio condividere. Con la speranza che non finisca nel novero delle promesse e degli impegni, ahimè, disattesi o con troppa facilità rimandati. Il segnale positivo riguarda il drammatico tema della natalità. Forse per la prima volta, dopo quarant’anni di parole e promesse, questo tema sta trovando ascolto in Italia.
Alcuni hanno definito “abolizionista” la campagna elettorale in atto. Essa vedrebbe, secondo costoro, molti concorrenti iscritti a una sorta di gara nella quale vince chi dice più «no» e quindi chi evoca leggi, tasse, accordi o altro… da abolire! In questo clima, c’è stato un momento di luce. Intorno alla natalità, messa a tema da #pattoXnatalità (Forum delle Associazioni Familiari), si sono lette parole che ogni persona di buon senso vorrebbe sentir dire e soprattutto vedere come oggetto di impegno serio. La luce che ha rimesso in moto in me una vena di ottimismo è venuta dalle firme di consenso e di partecipazione convinta di uomini e donne responsabili di partiti e aggregazioni politiche.
Attraverso i consensi espressi a #pattoXnatalità ho visto entrare nel dibattito pubblico impegni relativi alla fiscalità familiare e possibili soluzioni all’inverno demografico che, da troppi anni, sta regalando all’Italia un triste primato. A presentare #pattoXnatalità sono stati due tra i più autorevoli demografi italiani, il prof. Blangiardo e il prof. Rosina. I due studiosi, senza facili catastrofismi, ma con uno sguardo crudamente realistico, hanno messo a disposizione dati allarmanti di fronte ai quali qualsiasi persona di buon senso e mediamente responsabile farebbe fatica ad andar oltre. Ci è stato ricordato che, non solo ogni anno diminuiscono i nuovi nati (siamo arrivati a meno di mezzo milione), ma aumenta sempre di più il saldo tra i decessi e le nascite. Secondo il prof. Blangiardo quest’anno potremmo arrivare a meno 202mila unità. Senza contare il fatto che secondo i dati Istat sono 5,5 milioni le donne italiane che rinunciano a essere madre.
ARTICOLO COMPLETO DI Nunzio Galantino SU SOLE 24 H (27 GENNAIO 2018)