| 12/05/2023 | |
Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia nella Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano, degli Stati generali della natalità condivide un messaggio: «Il problema deve interessare tutto il Paese perché produrrà effetti a danno della collettività». Il governo continua a sostenere che incentivare le nascite sia la priorità assoluta. Le azioni sono conseguenti? «Finora c’è un divario molto forte fra gli annunci e il riscontro con le politiche a sostegno delle famiglie. Di conseguenza, la credibilità del governo sarà messa fortemente a rischio, se non riuscirà a mantenere le promesse fatte». La ministra Roccella ha detto: «Abbiamo bisogno di una rivoluzione culturale». Fino a che punto si può condizionare la scelta individuale di mettere al mondo un figlio? «Il punto è permettere che questa scelta possa essere presa in considerazione e abbia gli strumenti per essere realizzata. Il numero medio desiderato di figli in Italia è attorno a 2, un livello simile ad altri Paesi, come Svezia, Francia, Germania. Eppure, noi abbiamo un numero medio di figli messial mondo molto piùbasso rispetto a quello a cui le coppie aspirerebbero e molto sotto la soglia di equilibrio fra le generazioni. Bisogna (…)
