30/12/2024 | |
CORRIERE DELLA SERA - |
ESTRATTO:
Secondo il rapporto “Demografia e lavoro”, curato da Alessandro Rosina, in vent’anni abbiamo perduto la bellezza, anzi la bruttezza, di 2 milioni di giovani occupati sotto i 35 anni. L’equivalente della scomparsa della popolazione di Milano e Genova, fatta solo di giovani, in appena un ventennio. Ma non è solo questo – e basterebbe ampiamente a descrivere il fenomeno – il dato più drammatico.
Ve n’è un altro che riguarda la caduta dei maschi occupati tra i 35 e i 49 anni, che vorremmo ancora chiamare giovani seppur con le virgolette, ma che tali sono in un Paese sempre più anziano. Ebbene erano 7 milioni nel 2014 e sono scesi a 5,7 milioni nel 2024. Questo calo, di entità inedita, è quello che spiega, più di ogni altro, l’indebolimento potenziale della forza lavoro italiana e i suoi prevedibili riflessi economici e sociali.
Il tasso di occupazione dei maschi tra i 35 e i 49 anni, dell’85 per cento, è pari a quello europeo. Ne abbiamo pochi e ne avremo sempre di meno. E la risposta non può essere che quella di aumentare il tasso di occupazione femminile che, in quella fascia di età, è del 65 per cento, il più basso d’Europa. E degli under 35 che hanno una partecipazione al lavoro ugualmente tra le più modeste d’Europa. Sempre, ovviamente che si riesca a trovarli visto che ce ne sono così pochi.
Così si muove l’onda lunga della denatalità. Uno tsunami che attraversa le generazioni. Ma noi ci consoliamo inseguendo il sogno di una giovinezza apparentemente senza limiti.