Obiettivo: 2,1 figli per donna.

02/05/2023
Obiettivo: 2,1 figli per donna. VITA MAGAZINE - Maggio 2023

“Lavoriamo affinché non sia solo un fuoco di paglia e che resti centrale nel lungo periodo. La centralità nel dibattito pubblico sarà fruttuosa se ci si sforzerà di rendere la questione demografica “coesiva” e pragmatica evitando che scivoli lungo una china “divisiva” e ideologica. Dando per noti i dati (natalità al minimo storico e mortalità ancora elevata) ecco un tentativo di “libera mappatura” in dieci punti sulle cose da fare. Si tratta di un adattamento di proposte formulate negli ultimi tre mesi da diversi esperti, tra i quali Alessandro Rosina (università Cattolica di Milano), Chiara Saraceno (già università di Torino), Gigi De Palo (Fondazione per la natalità).

Punto zero, il prerequisito..E indispensabile un approccio sistemico e pluridecennale, un ventaglio integrato di misure e provvedimenti da assumere o di approcci da suggerire e di varia natura: economico-finanziaria, organizzativa, culturale. Misure disegnate allo scopo di aiutare in modo sostanziale le persone a realizzare le proprie aspirazioni e i propri progetti di vita.

  1. Reddito. È il primo degli obiettivi-strumento. La macro-leva per arrestare la diminuzione delle nascite: le generazioni in età fertile, soprattutto le più giovani, debbono poter contare nel medio-lungo periodo su un lavoro decentemente remunerato e/o su ammortizzatori sociali incisivi in caso di perdita o di riduzione della retribuzione.
  2. Parità di genere nel mondo del lavoro e nella sfera domestica. Il riequilibrio delle responsabilità tra madri e padri è necessario in entrambi gli ambiti, non solo da conciliare, ora da condividere.
  3. Genitorialità e non più solo maternità nel linguaggio. Cambiare l’approccio e la forma mentis: i figli hanno due genitori. Le parole contano. I fatti sono preceduti e accompagnati da un linguaggio adeguato.
  4. Genitorialità e non più solo maternità: nelle norme e nei contratti. Contrastare le discriminazioni di genere nel mercato del lavoro, inserendo nei contratti collettivi nazionali di lavoro (Ccnl) orari di lavoro per uomini e donne che consentano l’armonizzazione tra tempo per lavorare e tempo per dedicarsi agli impegni familiari; retribuire meglio i congedi parentali, fruibili allo stesso modo per madri e padri (di recente anche la Spagna è andata in questa direzione).
  1. Servizi perla prima infanzia: reali, diffusi, economicamente accessibili. Avviare finalmente un processo che porti i nidi a diventare un diritto per qualsiasi bambino che nasca in Italia. I nidi vanno costruiti e/o ristrutturati e comunque vanno manutenuti e gestiti con personale e risorse adeguati. La maggioranza dei nuovi nati viene accolta in nidi in Francia e in Svezia.
  1. Servizi e tempo pieno a scuola. Obiettivo: continuare a favorire le pari opportunità tra bambini e contrastare la povertà educativa.
  2. Assegno universale (trasferimento economico diretto). Occorre potenziare la componente universale dell’assegno unico come succede ad esempio in

Germania dove ammonta a circa 200 euro mensili.

  1. Quoziente familiare. Tenerne conto nel disegnare la riforma fiscale predisposta dal governo e ora all’esame del parlamento.
  2. Servizi per gli anziani. Spesso l’assenza o l’insufficienza di strutture adeguate o accessibili per la cura e l’accudimento dei genitori o familiari anziani impegnano energie, tempo e risorse che potrebbero essere di fatto destinate — almeno in parte — alla cura e all’accudimento dei figli.
  3. Focus sui passaggi istituzionali. Il Family Act ha appena iniziato il proprio percorso di traduzione in pratica. Alla Camera è stata presentata la proposta di istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta sulle tendenze demografiche nazionali e sui loro effetti economici e sociali. E stata presentata anche la proposta di un Commissario o un’Agenzia pubblica dedicata alla natalità.