Gli italiani, dice un sondaggio di Eurobarometro, da europeisti convinti sono diventati i maggiori euro-scettici. Ma a questa inversione radicale di tendenza, che si è verificata dagli anni Novanta a oggi, i giovani fanno eccezione. In base a un’ indagine condotta da Ipsos, curata e commissionata dall’ Osservatorio giovani dell’ Istituto Toniolo e pubblicata a metà maggio, gli italiani tra i 20 e i 34 anni continuano a credere nell’ Europa unita. Anche se – dice il professor Alessandro Rosina, sociologo e responsabile del coordinamento scientifico dell’indagine – la vorrebbero più inclusiva e con una visione di futuro per loro.
Che percezione hanno i giovani dell’ Europa?
«Migliore della percezione del resto della popolazione. Hanno più fiducia nelle istituzioni europee rispetto a quelle italiane. All’ interno di una sfiducia generalizzata, l’ Europa viene vista meglio. Soprattutto i più giovani, gli under 30, esprimono una fiducia forte, da 8 a 10: il 18 per cento si dice convintamente in sintonia con l’ Unione Europea».
Quali sono i temi più sentiti, che i giovani vorrebbero al centro della campagna elettorale?
«Sono soprattutto la disoccupazione giovanile (indicata come priorità dal 21,2 per cento) e la crescita economica (19,4 per cento). L’ immigrazione segue a distanza (12,1 per cento), mentre s’ impone su livelli simili la preoccupazione per i cambiamenti climatici (12 per cento, ma sale quasi al 20 per cento tra gli under 22)».
Che tipo di Europa vogliono i giovani?
«Vogliono un’ Europa più forte, che guardi al futuro. Un’ Europa unita sul modello degli Usa, questo convince molto i giovani, mentre non vogliono un’ Europa percepita come un condominio litigioso da gestire. La vorrebbero come spazio aperto di co-working, che permetta alle persone di contaminarsi culturalmente a vicenda».
Non sono sovranisti?
«La maggioranza ha la consapevolezza che in questo secolo i Paesi extra europei stanno crescendo e che l’ Europa è in calo demografico. Ritengono anche che gli Stati «disuniti» d’ Europa rischiano di perdere d’ importanza. Diventano sovranisti quando sono schiacciati in difesa. Lo sono i meno informati e gli appartenenti alle classi sociali più basse, che vivono maggiormente le disuguaglianze economiche, non girano l’ Europa e vivono in un’ Italia in cui la condizione dei giovani è peggiorata, mentre non vedono l’ aiuto e le possibilità che l’ Europa unita offre e ha offerto».
C’ è qualcosa che non piace ai giovani?
«L’ attenzione formale ai vincoli finanziari. Ritengono che durante la crisi economica ci sia stata troppa attenzione all’austerity e poca attenzione ai giovani e alla condizione delle persone».
Che cosa chiedono?
«Un’ Europa che non abbandoni i Paesi nei confronti delle grandi trasformazioni in atto: l’ innovazione tecnologica (che temono possa bruciare posti di lavoro) e le migrazioni. E poi chiedono un nuovo modello di sviluppo economico e industriale, in sintonia con la salute del Pianeta e la sostenibilità».