La squadra senior che spinge l’Italia

03/10/2016
CORRIERE DELLA SERA
La squadra senior che spinge l’Italia CORRIERE DELLA SERA

I nati tra il ‘45 e il ‘65 si chiamano senior. Sono oltre 21 milioni: dinamici, creativi, propositivi. Lavorano, giocano, corrono, si impegnano. Un esercito che nei numeri ha superato i giovani adulti (15-34 anni).

Non chiamateli pensionati. Erano la meglio gioventù. La generazione fortunata. Niente guerre. Il boom economico. Il ’68. Le battaglie civili. La crescita, il benessere, sapore di sale, Rin Tin Tin e Carosello.

Oggi i nati tra il ‘45 e il ‘65 si chiamano senior. Arrivati all’età in cui i rispettivi padri si sentivano vecchi, fanno di tutto per sentirsi giovani. Lavorano, giocano, corrono, ballano, si impegnano, sono dinamici, creativi, propositivi. Rifiutano l’immagine tradizionale dell’anziano a riposo, che tira i remi in barca.

Più che una rottamazione in Italia è in corso una rivoluzione, che comincia dai numeri. Al primo gennaio 2016, fonte Istat, i residenti over 55 erano oltre 21 milioni. Di cui 14.288.446 tra i 55 e i 74 anni. Un esercito. Che ha superato la popolazione dei giovani adulti (dai 15 ai 34 anni) di oltre un milione e mezzo di persone. Nel 2030 questo divario sarà di circa 5 milioni.

Siamo un Paese che allarga le radici e perde le foglie, dice il gerontologo Carlo Vergani, indicando il crollo delle nascite e il primato dell’aspettativa di vita, due punti sopra le media europea.

Ma siamo, rispetto ai partner del continente, quelli con le politiche pubbliche più carenti a favore dell’invecchiamento attivo. Se non ci fosse la famiglia a tirare su la media, saremmo in fondo alle classifiche.

«Vanno rovesciati alcuni schemi», scrivono Enrico Oggioni, Alessandro Rosina e Giuseppe Scarlatti, autori — con il pool di esperti dell’Università Cattolica di Milano — di una corposa ricerca intitolata Ritratto dei nuovi senior, generazioni a confronto .

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