La natalità e le nostre illusioni

17/09/2023
La natalità e le nostre illusioni CORRIERE DELLA SERA - 17 Settembre

“Ci vuole un salto culturale, più spazio all’occupazione femminile, liberando le donne dal dilemma famiglia o lavoro. Gli esempi da imitare sono diversi, oltre alla Francia da sempre impegnata sulla propria sopravvivenza futura, la Svezia e in particolare la Spagna che ha messo sullo stesso piano i congedi parentali. La Germania ha ampliato e garantito a tutti — già quando era ministra Ursula von der Leyen — il diritto all’accesso ai servizi per l’infanzia. In questo, l’esperienza del Trentino-Alto Adige è incoraggiante. Ma il contributo economico tedesco e persino ungherese è largamente superiore al nostro garantito dall’assegno unico familiare. Non c’è confronto.

Come scrive nel suo saggio Alessandro Rosina (Storia demografica d’Italia, Carocci), i trentenni oggi sono un terzo in meno dei cinquantenni. E i nuovi nati sono un terzo in meno rispetto agli attuali trentenni. Senza una vera strategia per l’immigrazione, in combinazione con politiche familiari inclusive, ci si estingue. Uno studio Teha Ambrosetti ha previsto che, di questo passo, l’ultimo italiano nascerebbe nel 2225. Poveraccio. Dunque, il vero problema è essere attrattivi per chi vuole venire in Italia, regolarmente, con la volontà di integrarsi (c’è già una classe media immigrata che fatichiamo a vedere e riconoscere) perché ci considera la terra del proprio futuro — come fecero i nostri antenati in altri Paesi — ne accetta le regole e ne diviene sperabilmente interprete.”