ESTRATTO:
(…) «Gli anziani vivono sempre più soli perché non ci sono più le reti familiari estese del passato — spiega Alessandro Rosina, ordinario di Demografia dell’università Cattolica — . C’erano tanti figli, tanti nipoti, era un modello che con[1]sentiva all’anziano di avere vicino sempre qualcuno a cui fare riferimento. Ma questo oggi è molto me[1]no comune, anche perché i figli si spostano molto di più sul territorio, non rimangono necessariamente a vivere vicino. E se in passato erano le figlie femmine che garantivano il welfare familiare, si tenga conto del fatto che oggi invece, specie nelle grandi città, le donne lavorano tan[1]to e anche più degli uomini. Quindi la capacità di assistere è molto ridotta. Sono i servizi pubblici che andrebbero molto potenziati».
delle cure domici[1]liari risultano costituite da visite epi[1]sodiche mentre gli interventi ad al[1]ta intensità sono nettamente più
bassi di quelli rilevati nelle altre Re[1]gioni. Il Servizio di assistenza domi[1]ciliare (Sad) erogato dai Comuni at[1]traverso le Ats vede gli utenti anzia[1]ni in diminuzione dell’1l per cento ri[1]spetto al 2019».
(…) Il demografo Rosina avverte: «Servono anche le reti che consentono agli anziani di avere un ruolo attivo nel quartiere, di generare valore sociale e di non sentirsi abbandonati, di mantenersi in attività e salute psicofisica. Gli anziani che si isolano sono più esposti al rischio di ammalarsi e di avere incidenti, sono più esposti a truffe. Gli anziani soli sono i più fragili fra i fragili».