28/07/2019 | |
VANITY FAIR |
Il rapporto si chiama Cent’anni e non sentirli e racconta di come negli ultimi dieci anni siano aumentati i centenari in Italia: da 11mila a oltre 14 mila. Sono più che raddoppiati quelli di 105 anni e oltre, da 472 a 1112, con un incremento del 136%. L’87% sono donne e per la maggior parte risiedono nel Nord Italia. La regione con il rapporto più alto tra semi-supercentenari e il totale della popolazione residente è la Liguria (3,3 per 100 mila), seguita da Friuli-Venezia Giulia (3,0 per 100 mila) e Molise (2,6 per 100 mila).
Ai dati della ricerca ci sono quelli che aggiunge Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e Statistica sociale nella Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano. «Siamo il primo paese al mondo che ha visto già negli anni Novanta gli over 65 superare gli under 15. Il dato dell’anno scorso dice che abbiamo avuto più ottantenni che nuovi nati. Siamo andando verso una situazione che è positiva per la longevità, ma che ha dall’altra parte la denatalità. Da qui lo squilibrio con tanti anziani e sempre meno popolazione giovane».
Il dato della longevità è davvero positivo? Sì, secondo Rosina, con una specifica però. «Questo deve essere il secolo della qualità, non solo della quantità, degli anni in più. La vera sfida non è rinunciare a vivere più a lungo, ma dare qualità a questi anni in più». Sempre più centenari arrivano a questa età in buone condizioni, significa che sono arrivati in ottime condizioni a 70 o 80 anni. «Stiamo guardando la punta più avanzata di un fenomeno che sta rivoluzionando tutte le fasi della vita che viviamo. Chi adesso ha 105 anni ha vissuto nel secolo scorso condizioni anche di deprivazioni, in prospettiva quando ci arriveranno quello nati nel secondo dopoguerra lo faranno in condizioni migliori rispetto a oggi».