In Italia meno figli per l’eco-ansia

01/05/2024
In Italia meno figli per l’eco-ansia AVVENIRE

(Estratto)

Lasciata alle spalle la pandemia e con l’irrompere dell’Intelligenza Artificiale, i fattori di incertezza non sembrano essersi diradati sull’orizzonte dei giovani italiani. Anzi: «Non si è assistito a un miglioramento della condizione dei giovani, né in senso relativo rispetto ai coetanei degli afri Paesi curopei, né rispetto alle generazioni più mature». Il realismo è sempre stato la cifra del Rapporto Giovani col quale ogni anno l’istituto Giuseppe Toniolo (ente fondatore e promotore dell’Università Cattolica) fotografa «La condizione giovanile in Italia». Lo fa anche in questo 2024, conia nuova edizione curata dal suo Osservatorio Giovani. E con le parole del demografo Alessandro Rosina, coordinatore scientifico del Rapporto, spiega che «la questione centrale è proprio quella del posto dei giovani»: «A confronto coni coetanei degli altri Paesi li troviamo più nella casa dei genitori, meno nei percorsi di formazione più avanzata, meno nei luoghi di lavoro e all’interno dei processi di sviluppo, meno nel ruolo di genitori, di    conseguenza fisicamente anche sempre meno in Italia (per la natalità che rimane bassa per i flussi di uscita). Lo spazio civico e di azione compreso tra le mura della casa dei genitori e i confini del Paese risulta sempre più impoverito dalla presenza innovativa, produttiva e generativa delle nuove generazioni. Dobbiamo rassegnarci al fatto che sia sempre più così?». Degli otto focus del Rapporto ne abbiamo scelti tre che ci sembrano più eloquenti. A cominciare da un’analisi che, incrociando questione demografica e ambientale, offre un’angolazione inedita.