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«Manca lungimiranza – spiega Alessandro Rosina, ordinario di Demografia e Statistica sociale all’Università Cattolica di Milano -, si guarda all’adesso, a ciò che serve per ottenere consenso alla prima tornata elettorale, e non al futuro. I giovani poi sono sempre meno, l’inverno demografico sta riducendo il loro peso nell’espressione elettorale e quindi anche nelle decisioni prese in ambito pubblico». È la logica che sul piano delle politiche familiari ha portato alla moltiplicazione dei bonus. È il motivo per cui i ragazzi sempre più spesso il loro futuro lo progettano lontano dall’Italia. «Ora serve cambiare paradigma, anche per noi come Forum, e prima ancora che le famiglie, indipendentemente dal fatto che poi siamo costruite, lo sforzo che dobbiamo fare è puntare sui giovani» continua Bordignon.
La proposta concreta è quella di attivare confronti sui territori, veri e propri cantieri di lavoro in cui i giovani possano incontrarsi a seconda della loro fascia d’età: 18-25 anni e 25-35. Obiettivo, «che siano loro a dirci quali sono le loro necessità e cosa serve loro come piattaforma per per poter provare a fare il loro salto».