03/01/2025 | |
LA REPUBBLICA - 3 Gennaio 2025 |
Sono i bambini che vedranno la luce tra quest’anno e il 2039: in eredità riceveranno sfide sempre più urgenti, dalla crisi climatica a quella demografica.
Chi si era da poco abituato a sentir parlare di Generazione Z e Alpha dovrà prendere appunti ancora una volta. Perché i nuovi nati di quest’anno – Agata, Flavio, Violante sono i nomi dei primi venuti al mondo alla mezzanotte del primo gennaio – fanno già parte di un gruppo tutto nuovo: la generazione Beta. I membri di questa categoria sociologica, coniata dal ricercatore australiano Mark McCrindle, sono i nati tra il 2025 e il 2039, anno in cui verranno soppiantati dalla definizione successiva.
Figli dei tardi Millennials (1981-1996) e dei più adulti Gen Z (1997-2009), saranno i primi ad affacciarsi con certezza nel nuovo secolo. Da tutti gli altri si distinguono anche perché sono “iper”: ipertecnologici e iperconnessi, immersi in un’era in cui intelligenza artificiale e automazione non sono più il futuro, ma la quotidianità. Forse saranno meno succubi dei social rispetto agli “iPad Kids”, i bambini nati dal 2010 al 2024 ed esposti online dai genitori fin dalle ecografie. Ma in eredità riceveranno sfide sempre più urgenti, dalla crisi climatica a quella demografica.
Se nella definizione di “Generazione Z” era racchiuso il senso di una profonda crisi, la fine di un ciclo, la caduta di tutte le certezze, McCrindle aveva invece visto nella successiva Gen Alpha il momento di una svolta. Niente più disillusione per il futuro, precarietà, l’ascesa di una tecnologia intelligente in cui rischiare di rimanere ingabbiati. “Sono le prime generazioni nate interamente nel ventunesimo secolo: un nuovo punto di partenza per trovare delle soluzioni alle grandi sfide del nostro tempo, lontani dall’inerzia e dagli schemi interpretativi del Novecento”, prospetta l’esperto Alessandro Rosina, docente di demografia alla Cattolica di Milano.