28/10/2016 | |
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Non facciamo più figli, siamo un paese in via d’estinzione. Il trend ormai è chiaro: da qualche anno a questa parte sempre meno italiani decidono di diventare genitori. Tra qualche decennio il numero degli anziani crescerà a dismisura, con tutte le conseguenze del caso. Anche, soprattutto, economiche. L’ultima fotografia dell’Istat lascia poco spazio all’immaginazione. Da gennaio a giugno sono venuti al mondo 221.500 bambini. L’anno precedente, nello stesso periodo, erano 236.100. Nel giro di pochi mesi abbiamo perso 14.600 culle.
Un lungo, inarrestabile calo. «Nel 2015 siamo scesi per la prima volta sotto il mezzo milione di nascite» racconta Gian Carlo Blangiardo, professore ordinario di Demografia all’università Milano Bicocca. Sono nati 485mila bambini, per la precisione. «È stato un record, la cifra più bassa dall’unità d’Italia a oggi». Anche durante i periodi di guerra si facevano più figli, per dire. «E il 2016 lascia intendere che sarà anche peggio – continua il docente – Secondo le mie stime potremmo scendere fino a 450-460mila nati. Altri 30mila in meno». La gravità della situazione è evidente: continuando nella stessa direzione, per assurdo, nel 2031 le nascite saranno azzerate.
Un tempo le popolazioni migranti venivano in soccorso dei nostri equilibri demografici. Gli stranieri presenti in Italia avevano un tasso di fecondità così alto da riuscire a bilanciare il nostro invecchiamento. Ora non succede più. Nel 2006 il numero medio di figli per ogni donna straniera era pari a 2,6. Oggi è sceso a 1,93. Sempre più vicino agli standard italiani, pari a 1,38. «Le motivazioni sono principalmente due» spiega Alessandro Rosina, ordinario di Demografia all’Università Cattolica. «Anzitutto ci sono meno bambini stranieri perché la presenza di immigrati in Italia sta diminuendo. E mi riferisco a chi si è trasferito qui per lavorare e integrarsi. Ma soprattutto è evidente che chi vive nel nostro Paese da più tempo ha iniziato a convergere sui nostri stili di vita».