10/02/2017 | |
LA STAMPA |
Stando ai dati emersi dal focus dell’«Osservatorio Giovani» dell’Istituto Giuseppe Toniolo, il 13 per cento dei giovani risulta vittime di episodi di «trolling», con cui si identica la ricezione di messaggi provocatori, irritanti, falsi o fuori tema. A inviarli sono profili spesso sconosciuti, con un unico scopo: quello di disturbare l’utente e provocare una sua reazione. Un numero rilevante, che segnala la necessità di regolamentare in maniera più stringente l’accesso e soprattutto l’utilizzo di social network.
«La difficoltà ad affrontare il fenomeno – commenta Alessandro Rosina, coordinatore dell’indagine – in combinazione con l’idea che il web debba essere un luogo in cui esprimersi liberamente, porta molti ad accettare, pur senza necessariamente giustificare, alcuni comportamenti che minano la fiducia comune e la possibilità di relazione autentica in rete. Un aspetto ambiguo di queste esperienze negative è che una parte di chi le subisce aumenta sensibilità e grado di attenzione, chiedendo maggiori strumenti per difendersi. Mentre una parte minoritaria ma non trascurabile le accetta come parte del gioco e rischia di prestarsi a diventare complice della loro presenza endemica e diffusione».