Generazione Expat

01/02/2016
BELLUNESI NEL MONDO
Generazione Expat BELLUNESI NEL MONDO

Bellunesi nel mondo intervista Alessandro Rosina: generazione expat parte per il divario tra prospettive offerte

Perché sono sempre di più i giovani che lasciano l’Italia?
L’emigrazione di oggi è molto diversa rispetto a quella degli anni Sessanta e Settanta. Questo è vero soprattutto per i Millennials, ovvero la generazione di chi ha compiuto i 18 anni dal 2000 in poi. Per loro è più spiccata, rispetto alle generazioni precedenti, l’apertura verso il mondo, il desiderio di non dare confini al proprio movimento e alla propria azione, la voglia di fare nuove esperienze e confrontarsi con altre culture (indicato da oltre il 90% dei Millennials intervistati dal “Rapporto giovani” dell’Istituto Toniolo). Questo aspetto positivo, soprattutto in Italia, è però messo in ombra dall’esigenza forzata di cercare altrove maggiori opportunità di lavoro e di realizzazione dei propri obiettivi di vita. Siamo del resto, dopo la Grecia, il paese in Europa con la più elevata percentuale di NEET, ovvero di giovani che dopo la fine degli studi fatica ad entrare nel mondo del lavoro. Le ricerche dell’associazione Italents mostrano come quello che spinge ad andarsene sono, in sintesi, soprattutto le maggiori possibilità per fare al meglio il proprio lavoro in un contesto dove c’è maggior meritocrazia e trasparenza nelle possibilità di carriera.

Quali sono le caratteristiche di questa nuova mobilità?
I dati ufficiali sono sottostimati perché basati sulla formalizzazione del cambio di residenza, ma evidenziano una crescita continua, con una accelerazione negli ultimi anni. La fascia di maggiore uscita è quella tra i 25 e i 35 anni. I laureati non sono la maggioranza, ma il loro peso sulle uscite è aumentato sensibilmente negli ultimi quindici anni. Dal Sud Italia ci si sposta di più, ma una parte delle destinazioni è verso le regioni del Nord, mentre dalle regioni settentrionali quando ci si sposta si tende più direttamente a scegliere una meta oltre confine. Va in ogni caso considerato che la molla che fa scattare la decisione di partire non è tanto il livello di occasioni di lavoro del proprio territorio di nascita in sé, ma il divario tra le prospettive offerte qui e le aspettative di valorizzazione del proprio capitale umano. Tale divario è maggiore al Nord che al Sud, perché le ambizioni dei giovani settentrionali vengono tarate su livelli più elevati e più vicini ai coetanei degli altri paesi avanzati.

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