Come cambia Milano? Calamita di giovani (tra i 20 e i 34 anni), ma segnali di fuga dalla città per gli over 50

ESTRATTO:

«È il dato che più racconta come un Paese spreca la propria risorsa giovani: perfino in una regione come questa il rischio di trovarsi in questa condizione è doppio rispetto ad altre realtà europee come la Germania». Alessandro Rosina, demografo e sociologo della Cattolica, studia da anni il fenomeno dei Neet, un universo inerte di ragazzi fra i 15 e i 29 anni che non sono sui libri, non hanno un impiego e spesso hanno anche smesso di cercarlo: 157 mila vite sospese, solo in Lombardia, che faticano a immaginare un futuro. Professore, gli ultimi dati disponibili hanno visto i Neet in diminuzione. Qual è la fotografia attuale? «È vero che dopo la grande recessione il loro numero è andato a diminuire dovunque. Ma per il calo demografico sono diminuiti i giovani. E il divario tra l’Italia e la media europea purtroppo è rimasto. Solo la Romania è messa peggio di noi. E se fino a dieci anni fa il problema poteva essere la crisi, trovarsi ancora in queste condizioni è sconsolante».
(…)
Come si aiutano? «Non considerandoli come soggetti svantaggiati, dobbiamo invertire l’approccio. Bisogna raggiungerli e far leva sui loro aspetti positivi, sulle loro specificità che possono diventare un valore aggiunto. Il messaggio chiaro deve essere che, ancor più per il fatto di essere demograficamente meno, troveranno ancora più attenzione alle loro esigenze e istanze sul proprio territorio. E che chi ha difficoltà in qualsiasi punto della transizione tra la scuola e il lavoro non è abbandonato».

LEGGI ARTICOLO COMPLETO