È in corso una rivoluzione demografica, in tutto il mondo e in modo particolarmente accentuato in Italia, che sta avendo un impatto sulla società e sulla vita degli individui persino più dirompente dell’altra grande rivoluzione dei nostri tempi, quella tecnologica.
Si tratta di una rivoluzione che comporta una reinterpretazione delle fasi della vita, e con essa un cambiamento delle aspettative esistenziali delle persone, oltre ad un aggiornamento delle rappresentazioni sociali delle età che più ne sono coinvolte.
La rivoluzione in corso è sia quantitativa, sia qualitativa. Ha a che fare, sul piano quantitativo, con la maggiore longevità, l’invecchiamento della società e le migliori condizioni di salute anche in età avanzata. Ma ha pure a che fare, sul piano qualitativo, con gli stili di vita, i consumi, le aspettative personali, le rappresentazioni sociali e le nuove sfide poste alle generazioni che sperimentano i principali cambiamenti.
Modifiche importanti sul modo di vivere e interpretare nel quotidiano la propria età si stanno manifestando in vari momenti dell’esistenza. Ad esempio, i giovani stanno sperimentando una nuova condizione a cavallo tra l’adolescenza e la fase adulta. Ma le generazioni che massimamente sono protagoniste di questa trasformazione quantitativa e qualitativa sono quelle che una volta non si esitava a definire “anziane” – i sessantenni e i settantenni – e che oggi invece necessitano non solo di nuove parole per rappresentarle, come “senior” o “giovani anziani”, ma anche di una prospettiva completamente nuova per capirle.