(Estratto)
“Il processo decisionale è cambiato rispetto al passato e oggi avere figli è una scelta non scontata. Una scelta sulla quale non funzionano le ragioni negative dei timori sulla possibilità che saltino pensioni e welfare, ma che deriva da un desiderio personale che trova incoraggiamento dalle condizioni oggettive del presente e dalla visione positiva del futuro. Le nuove generazioni non vogliono sentire il dover avere figli come imperativo biologico o obbligo morale, ma come risposta al desiderio di vederli crescere in un contesto sicuro con prospettive di benessere e opportunità.
Quindi il punto di partenza è la libertà di scelta. A cui segue strettamente la possibilità, per chi desidera avere figli, di rendere il diventare madri e padri una esperienza positiva, che non porta a eccesso di penalità in termini di costi economici e di complicazioni organizzative su tempi di vita e lavoro, ma condizioni e tempo per migliorare il benessere relazionale di coppia e tra genitori e figli. In presenza di misure e strumenti che vanno in questa direzione aumenta anche la libertà di chi non ha figli. Perché consente di non averli non come esito di una rinuncia, implicita o esplicita, ma come effettiva scelta, sapendo che se si decide di averli si troveranno le migliori condizioni possibili perché essa si integri bene con la realizzazione anche in altri campi. Inoltre, consente a chi ha figli di poter ridurre il rischio di povertà economica ed educativa, rafforzando quindi il contributo delle nuove generazioni ad uno sviluppo più solido ed equilibrato del paese a beneficio di tutti, anche di chi (qualsiasi sia il motivo) non li ha”.