La nostra specie è vissuta a lungo in un mondo in cui la durata media di vita era molto breve e una quota esigua di persone arrivava, abbastanza malconcia, in età anziana. Ancora nei primi decenni dell’Italia Unita un bambino su tre non giungeva oltre i cinque anni. Siamo partiti da livelli tra i peggiori in Europa ma da allora i progressi sono stati esaltanti. Il sogno di rendere l’Italia un luogo in cui far nascere figli che possono aspettarsi di attraversare incolumi tutte le fasi della vita e arrivare in buona salute in età anziana, possiamo dire di averlo realizzato. Ad inizio del Novecento la probabilità di un nato di arrivare a 60 anni era inferiore al 45%, mentre è oggi attorno al 95%. Da quando questo grande e lungo cambiamento è iniziato, ogni nuova generazione si è trovata con un bonus di circa 7 anni da vivere in più rispetto ai propri genitori.
Topic: popolazione, risorse e sviluppo
Più squilibri demografici, più disuguaglianze sociali
Nelle società del passato la durata di vita era mediamente molto breve a causa di alti rischi di morte a tutte le età. Oggi alcune limitate aree del pianeta si trovano ancora in tale condizione, ma la grande maggioranza della popolazione mondiale vive in contesti in cui l’aspettativa di vita è in continuo miglioramento.
Bambini perduti. Lo sciopero dei figli contro la natalità zero
La Terza Conferenza nazionale della famiglia, tenuta a Roma il 28-29 settembre scorso, non rimarrà alla storia come punto di svolta delle politiche familiari in Italia. Si sono sentite buone intenzioni, tanta retorica, ma impegni precisi e incisivi pochi e in ordine sparso. Dopo aver toccato il record negativo di nascite nel 2013, averlo battuto nel 2014, essere scesi ulteriormente nel 2015, essere precipitati ancor più sotto nel 2016, cosa deve ancora succedere per decidere di cambiare rotta? Cosa manca per capire che senza mettere in relazione virtuosa scelte di formazione della famiglia, occupazione femminile, benessere infantile, non possiamo tornare a crescere in modo solido e creiamo, anzi, squilibri che diventano costi futuri?
2050 L’Europa si spopola
Possiamo sintetizzare le sfide che pone la demografia in questo secolo in quattro punti.
1 – Non siamo mai stati così tanti sulla Terra. Il ritmo di crescita è più lento rispetto al secolo scorso, ma si aggiungeranno comunque almeno altri due miliardi di abitanti prima del 2050 rispetto ai circa 7,5 miliardi attuali.
L’integrazione non si vede ma va avanti
Siamo continuamente bombardati da notizie e commenti sui nuovi sbarchi, sull’emergenza profughi, sul terrorismo islamico. Il rischio è però quello di perdere di vista la vera sfida che l’immigrazione pone al nostro paese, che più che sulla quantità degli arrivi – da contenere e regolare – si gioca sulle effettive possibilità di integrazione di chi è già qui.
Secondo i dati Istat, la popolazione residente in Italia ad inizio del 2017 era pari a poco più di 60,5 milioni.