“La Terra è ricoperta da una sottile pellicola di materia chiamata vita; il velo è straordinariamente tenue, così sottile che il suo peso può superare di poco un miliardesimo di quello del pianeta che lo sostiene (…). L’uomo fa parte di questo involucro sottile ed animato”. Quando Carlo Maria Cipolla scriveva questo testo – posto come incipit del volume “The Economic History of World Population” pubblicato nel 1962 – gli abitanti del pianeta erano poco più di 3 miliardi. Alla fine del XX secolo risultavano già raddoppiati. Oggi siamo oltre gli 8 miliardi.
Topic: popolazione, risorse e sviluppo
Perché il lavoro femminile fa bene sia alla demografia che all’economia
Non c’è alcun motivo per pensare che due gemelli di sesso diverso che nascono oggi debbano trovarsi a metà di questo secolo, quando avranno 28 anni, con opportunità diverse di occupazione e remunerazione solo perché uno maschio e l’altra femmina. Nemmeno si può pensare che per aver stesse possibilità lavorative chi è donna debba rinunciare ad avere figli, come invece accade alle 28enni attuali. Il tasso di fecondità delle under 30 italiane è tra i più bassi in Europa e lo stesso vale per il tasso di occupazione femminile in età 25-29 anni. Quest’ultimo risulta attorno al 50% contro il 65% della Spagna, il 70% medio europeo, il 75% della Francia, con valori ancor più alti nel Regno Unito, in Germania e nei paesi scandinavi. Non migliora molto nella fascia tra i 30 e i 34 anni, dove la percentuale di occupate in Italia arriva al 57%, non riuscendo a recuperare nemmeno il livello medio europeo osservato nella fascia precedente.
Per invertire la flessione delle nascite dobbiamo replicare il modello trentino
In questa legislatura si gioca l’ultima possibilità che ha l’Italia di invertire la tendenza negativa delle nascite. In caso contrario le nascite continueranno a ridursi anno dopo anno rendendo nel breve e medio periodo inefficace qualsiasi azione di contenimento del crollo della popolazione in età lavorativa. Anche i flussi migratori, infatti, pur rilevanti, risulterebbero del tutto insufficienti a compensare l’indebolimento della forza lavoro potenziale.
Dai servizi per l’infanzia passa il rilancio del Paese
L’Italia soffre di due grandi problemi in misura maggiore rispetto agli altri paesi con cui si confronta. Il primo riguarda la quantità delle nuove generazioni, il secondo la qualità.
Elezioni politiche del 25 settembre: le proposte per i giovani
Adottando una accezione molto ampia, potremmo dire che tutte le proposte di un programma elettorale riguardano le nuove generazioni, nella loro condizione attuale e in quella futura di adulti e anziani. Restringendo, potremmo occuparci delle proposte che hanno, direttamente o indirettamente, ricadute sulla condizione degli attuali giovani. Qui, anche per lo spazio limitato disponibile, ci limitiamo alle misure per i giovani in quanto giovani ed espressamente rivolte ai giovani. Ovvero quello che partiti e movimenti (i principali secondo i sondaggi disponibili) hanno messo in capitoli dei loro programmi esplicitamente dedicati a questa componente della popolazione (indicativamente dai 15 ai 35 anni). Questo consente anche di capire cosa la politica intende per azioni a favore delle nuove generazioni.