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Il governo giallo-verde spiazza i giovani. Si fida solo 1 su 3

Che il Governo Conte riesca effettivamente a partire dipende solo da Movimento 5 Stelle e Lega, dalla solidità del loro accordo su nomi e programma. Che sia giusto dare a tali due forze la possibilità di provarci è convinzione diffusa, anche tra coloro che hanno votato diversamente il 4 marzo. Molta più incertezza c’è, invece, su cosa attendersi da un possibile esecutivo giallo-verde.

Oltre gli squilibri

L’ITALIA è uno dei paesi sviluppati che maggiormente hanno lasciato crescere accentuati squilibri generazionali. Questi squilibri costituiscono un rilevante freno allo sviluppo competitivo dell’economia, rendono meno stabile il sistema di welfare pubblico, alimentano diseguaglianze sociali e territoriali. Ma per tornare a crescere in termini di ricchezza economica e di benessere sociale la risposta più che dal conflitto deve arrivare dalla proficua collaborazione tra generazioni, che però deve avere come principale attenzione quello che di nuovo i giovani possono dare anziché – come è spesso avvenuto sinora nel nostro Paese – quello che gli anziani possono conservare.

Il Paese che considera la giovinezza una malattia

L’Italia è una delle economie avanzate che in questo secolo maggiormente hanno preteso di creare sviluppo e benessere senza le nuove generazioni. La riduzione demografica dei giovani e il deterioramento delle loro prospettive occupazionali non ha, infatti, quasi eguali in Europa. Ci siamo a lungo convinti che il problema del lavoro dei giovani fosse la bassa crescita economica, mentre avremo sempre più evidenza del contrario nei prossimi anni, ovvero ci troveremo con sviluppo competitivo del Paese frenato soprattutto dalla carenza di contributo solido e qualificato delle nuove generazioni.

Oltre gli stereotipi. Come cambia l’universo degli under 35

Le nuove generazioni sono per loro natura diverse dalle generazioni precedenti. Ancor più nelle epoche di grande rapidità del cambiamento, come quella attuale, rischi e opportunità degli attuali giovani sono diversi da quelli che hanno incontrato i loro genitori, insegnanti, datori di lavoro. Capire la realtà complessa e in mutamento è quindi un’operazione cruciale per interpretare il proprio tempo, per orientare le proprie scelte e per fornire strumenti utili a realizzare con successo i propri progetti di vita.
Tutto questo richiede lo sforzo di andar oltre i luoghi comuni, il che implica meno giudizio dall’alto su ciò che rende le nuove generazioni diverse da chi è stato giovane prima di loro (alimentando aspettative malriposte) e più attenzione dal basso per comprendere il nuovo di cui sono portatrici (in coerenza con il proprio tempo).

Giovani che progettano ma il rischio è arrendersi

Il cammino di preparazione del Sinodo dei Vescovi dedicato ai giovani è diventato l’occasione per la realizzazione di una delle esperienze, in assoluto, più ampie e interessanti di ascolto delle nuove generazioni di tutto il pianeta.
Molti e diversificati sono stati gli strumenti predisposti a questo fine. Si è partiti con il questionario destinato alle Conferenze Episcopali e ad altri organismi ecclesiali, attraverso il quale si sono chiesti dati su caratteristiche e condizioni dei giovani, assieme a informazioni su come le varie diocesi e le varie realtà ecclesiali di tutto il mondo interpretano concretamente la sfida del mettersi in relazione con le nuove generazioni.