Posts By: Alessandro Rosina

Generazione Zeta: un’incognita da decifrare

Valori, atteggiamenti, visione del mondo e del proprio ruolo in esso, emergono dopo gli anni della prima adolescenza, quando si lancia lo sguardo oltre le mura protettive della casa dei genitori. Si inizia a prendere in mano la propria vita, a pensare a scelte che mettono le basi del proprio futuro, a vivere e interpretare (senza mediazione delle agenzie di socializzazione primaria: famiglia e scuola) gli eventi del momento storico in cui si vive. E’ la fase che oggi sta attraversando, appunto, la Zeta, generazione che arriva dopo i Millennials.

Nuove competenze per più sviluppo

Le elezioni politiche dovrebbero costituire un’occasione preziosa di riflessione e confronto sul progetto di Paese che vogliamo realizzare, non esaurirsi in un elenco di promesse finalizzate a massimizzare il consenso immediato. Il dibattito aperto dall’articolo di Calenda e Bentivogli su questo giornale ha il pregio di alzare lo sguardo comune oltre l’interesse di chi vincerà le elezioni del 4 marzo, per definire una strategia in grado di rendere vincente la risposta del nostro Paese alle grandi sfide di questo secolo. Perché tale strategia sia vincente è necessario prima di tutto che sia avvincente (coinvolgente e appassionante) nei confronti delle nuove generazioni. Non c’è alcuna possibilità di costruire un futuro migliore senza mettere in relazione virtuosa le opportunità del mondo che cambia, le specificità (culturali e strutturali) del territorio, le potenzialità e le sensibilità delle nuove generazioni. Ignorare anche uno solo di questi tre elementi porta ad un fallimento certo nel medio-lungo periodo.

Son (quasi) tutte vuote le culle d’Italia

Cosa c’è di nuovo nei dati sulla demografia italiana aggiornati al 2017 e di recente pubblicati dall’Istat? Nel 2013 siamo scesi a 513 mila nascite, che allora era il livello più basso della nostra storia nazionale. Ogni anno successivo siamo scivolati però ancora più in basso e questo vale anche per il 2017, che con 464 mila nati ci porta ancora una volta a dire: “mai così pochi dal 1861 a oggi”. Il prossimo anno riusciremo a fare ancora peggio o vedremo finalmente i segnali della ripresa post crisi stimolati e sorretti da adeguate politiche?

La scelta di avere figli: impegno verso il futuro

Per millenni e millenni nella storia dell’umanità la vita è stata trasmessa da una generazione alla successiva in condizione che i demografi definiscono di “fecondità naturale”. Ovvero la questione del “quanti” figli avere e “quando” averli non si poneva. Si formava una unione di coppia e poi i figli semplicemente arrivavano. Poteva accadere di non averne, nel caso di infertilità, o di averne molti. Oggi le condizioni sono molto diverse. Un aspetto senza dubbio positivo è l’aver prolungato la durata di vita di chi viene al mondo. Se in passato era del tutto normale la perdita prematura di un figlio, ora questo è diventato un evento raro. La mortalità infantile, soprattutto in paesi avanzati come il nostro, è stata ridotta a livelli molto bassi e la maggioranza delle persone arriva in buona salute in età anziana. Un secondo aspetto di grande cambiamento è la riduzione del numero di figli, conseguenza del passaggio dalla condizione di fecondità naturale all’inclusione della riproduzione nella sfera della scelta.