Una chiamata collettiva va favorita con gli strumenti adeguati

Gli italiani – ma vale per gran parte del mondo più ricco – si erano abituati a vivere una normalità libera dai grandi flagelli della guerra e della peste presenti in modo endemico nel passato. L’Uomo andato sulla Luna pensava di poter guardare da lontano i terribili rischi del mondo vissuto dalle generazioni precedenti. In effetti è così, ma solo se non diamo per scontato la possibilità che grandi conflitti e grandi epidemie, pur in forma diversa, possano tornare a colpire. Questo timore è diventato particolarmente acuto in queste ultime settimane, perché la sensazione di tutti è di trovarsi come i protagonisti di Pleasantville: strappati dalla nostra quotidianità e catapultati improvvisamente dentro ad una fiction, di quelle con trama distopica.

L’aiuto che mancherà/ La formidabile generazione del dopoguerra

Una cosa che abbiamo capito fin dall’inizio della pandemia è che tutti possiamo contrarre il Covid-19 e partecipare alla sua diffusione, ma le vittime principali sono gli anziani. Si tratta di un dato che trova solida conferma nel monitoraggio fornito quotidianamente dalla Protezione civile.

Covid-19, il Paese si deve mobilitare come in tempo di guerra

Il mondo è sotto attacco. Che lo scenario che si è aperto con l’insorgenza e la diffusione di Covid-19 sia come quello di una guerra lo stanno da qualche giorno affermando molti esperti e rappresentanti delle istituzioni. Allo stesso modo, viene detto, dovremo pensare alla situazione che si dovrà affrontare alla fine dell’emergenza sanitaria come a un dopoguerra, con un modello sociale ed economico da ricostruire (o, meglio, nuovo da avviare).

Coronavirus. Una «Operazione Dynamo» per le mascherine

Mancano le mascherine. L’Italia, nel pieno dell’emergenza Covid-19, si trova con grave carenza di dispositivi di protezione individuale indispensabili a contenere la diffusione del virus. Confcooperative e Legacoop hanno lanciano l’allarme sulle condizioni degli operatori sociali e sociosanitari, annunciando che senza presidi sanitari adeguati rischiano di chiudere: “Senza un aiuto non potremo garantire più nessun servizio essenziale”. Non bastano i dispositivi che produciamo normalmente e nemmeno quelle che riusciamo ad importare.