Qualsiasi sia stato il percorso passato, qualsiasi siano le difficoltà del presente, il futuro è sempre aperto e mai scontato. Non è solo un fatto demografico, corrispondente all’arrivo di nuove generazioni che prendono progressivamente il posto delle precedenti, ma soprattutto culturale, ovvero di nuovo valore che il diverso sguardo e le diverse sensibilità di chi arriva deve poter essere in grado di portare.
Servizio Civile. Sfida Post Covid
La domanda potenziale di partecipazione attiva e di impegno sociale delle nuove generazioni è molto più elevata rispetto a quanto vengano messe nella condizione concreta di esprimere in questo paese. Si tratta di un dato ripetutamente messo in evidenza negli ultimi anni dall’Osservatorio giovani dell’Istituto Toniolo. Il record di domande presentate per il servizio civile, oltre il doppio dei posti messi a bando, ne costituisce una chiara conferma.
Quel mito infranto del nostro benessere
Siamo ancora nel pieno del momento più drammatico vissuto dal nostro paese nel secondo dopoguerra. La lunga colonna di mezzi militari carichi di feretri che attraversa le vie deserte di Bergamo, immortalata il 18 marzo scorso, è destinata a rimanere una delle immagini simbolo di questo secolo. Possiamo leggerla oggi come il segnale di una rivoluzione silenziosa con la quale la morte si è ripresa la scena.
Una transizione debole verso il futuro senza i giovani
Se non cogliamo l’occasione per costruire un paese migliore dopo la discontinuità prodotta dalla pandemia – attraverso capacità di visione e impegno collettivo – sicuramente peggioreremo e di molto. L’impatto della crisi sanitaria sta rendendo ancor più pesanti alcuni squilibri che erano già su livelli record del nostro paese: in particolare sul versante finanziario (debito pubblico), demografico (denatalità) e sociale (accesso a opportunità e benessere). Ma la crisi in corso sta ulteriormente indebolendo i percorsi formativi e lavorativi, in particolare delle nuove generazioni.
Sos giovani: Italia ultima in Europa, deserto al Sud
La qualità del futuro di un territorio è strettamente dipendente dalla qualità della formazione delle nuove generazioni e dalla valorizzazione del loro capitale umano. Per capire, allora, se una economia avanzata sta andando nella direzione giusta, gli indicatori più informativi sono proprio quelli che riguardano la condizione dei giovani. Se questo è vero, vanno guardati con grande preoccupazione i valori riportati in queste pagine. Confermano che non solo ci troviamo con meno giovani rispetto al resto d’Europa, ma li dotiamo complessivamente di meno degli strumenti necessari per renderli ben preparati, attivi e vincenti rispetto alle sfide del proprio tempo. Rivelano impietosamente il fallimento delle politiche degli ultimi decenni nel compito più alto di una comunità, che è quello di trasformare il potenziale delle nuove generazioni in produzione di valore collettivo.