L'Italia è come uno stage: un paese non necessariamente ostile alle nuove generazioni, ma senza una chiara idea di come utilizzarle - A.Rosina

articoli

Paese sprovveduto senza progetti di vita

Quel che manca all’Italia è soprattutto ciò che i giovani possono fare quando sono messi nelle condizioni ideali per dare il meglio di sé. Manca perché mancano i giovani.

vai all'articolo

Europe’s demographic challenge: policies for sustainable generational renewal

European demography is characterised by an ageing population, driven not only by increased longevity but also (and mainly) by declining birth rates. This fuels significant imbalances between generations, leading to serious social and economic consequences. To address the demographic transition, it is essential to act on three interdependent fronts: promoting fertility, improving young people’s and women’s access to (and permanence) in the labour market and implementing integrated immigration policies.

vai all'articolo

agenda

19/11/2024
9.00
Assolombarda - Viale F. Petrarca n. 10, Monza
“Non disperdere i tuoi talenti” Convegno Assolombarda, Brianza solidale sito |
15/11/2024
8:45
Chiesa di Santa Caterina dei Servi di Maria 29 Via Santa Caterina 31100 Treviso
Mind the gap – I numeri del gap demografico sito |
06/11/2024
10.30
FONDAZIONE CARIPLO - Milano
“LUM: un modello innovativo e cooperativo per la città”

Mediateca

commenti e riflessioni

Quello che i demografi anticipano...

"Quello che i demografi anticipano, gli economisti lo scoprono mentre sta accadendo e i politici dopo che è già accaduto".

Degiovanimento

Arriva in ritardo dalle nostre parti, il dibattito su giovani e potere e grazie ad un vescovo coraggioso di umili origini: «bamboccioni» incapaci di stracciare la figurina di Peter Pan o giovani vittime bloccate dalle oligarchie delle caste, siano esse politiche, professionali o industriali. Eppure, perfino il vocabolario della lingua italiana è stato costretto ad aggiornarsi. Non c’è più solo antipolitica e discontinuità, perfino il più recente monnezzopoli o il già datato tangentopoli. C’è, da un anno appena, degiovanimento (sostantivo maschile, perdita del bene prezioso della gioventù), un neologismo ideato e studiato da Alessandro Rosina, ricercatore della «Cattolica» di Milano, trentanove anni e testimone della fatica per la conquista di una cattedra universitaria. (Antonio Manzo, Mattino, 13 maggio 2009, Salerno, p. 27) • [tit.] Il rischio degiovanimento [testo] Ormai sono lontani i tempi degli allarmi sulla denatalità, quando si annunciavano i rischi che avrebbe potuto conoscere la società italiana. Oggi il fenomeno non fa più notizia, al contrario rientra nei processi di lenta metabolizzazione dei cambiamenti. Un neologismo fotografa la mutata situazione e proietta un’ombra inquieta sui prossimi decenni: la parola è «degiovanimento» che è qualcosa di più di invecchiamento. L’Italia non solo è, e continuerà ad essere, un “Paese per vecchi”, ma vedrà le nuove generazioni indebolite nella loro tradizionale carica di soggetti portatori di cambiamento e di crescita. (Giovanni Santambrogio, Sole 24 Ore, 30 giugno 2013, p. 30, Cultura e sviluppo) • Più elevate sono le risorse culturali e il capitale sociale, più tende a prevalere la componente della scelta. Viceversa, più basse sono le condizioni di partenza combinate con alte aspettative, più ci si sposta per necessità. In entrambi i casi sono soprattutto i laureati e i più dinamici ad alimentare la crescita dei flussi verso l’estero, con conseguente accentuazione del degiovanimento quantitativo e qualitativo della popolazione italiana. Ma più recentemente è aumentato il contributo ai flussi in uscita delle persone di mezza età. (Alessandro Rosina, Repubblica, 5 aprile 2017, p. 6).