L'Italia è come uno stage: un paese non necessariamente ostile alle nuove generazioni, ma senza una chiara idea di come utilizzarle - A.Rosina

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Serve una formazione solida e continua per una società della longevità sostenibile

Non può esserci una buona longevità senza adeguata lungimiranza. Non è possibile governare positivamente i cambiamenti demografici se non si adotta un orizzonte generazionale. Mancano 25 anni al 2050, il che significa che la metà di questo secolo non è un punto generico del futuro, ma il luogo concreto in cui andranno a vivere in età adulta gli attuali giovani e in età matura avanzata gli attuali adulti.

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agenda

02/06/2025
11.30
Museo Nazionale del Risorgimento – Sala Codici TORINO
Festival internazionale dell’Economia - “NUOVE GENERAZIONI E IMPRESE” sito |
02/06/2025
10-11
Circolo dei lettori - TORINO
Festival internazionale dell’Economia - NEET sito |
29/05/2025
9.00
Cnel – Plenaria Marco Biagi – Viale Davide Lubin 2 – Ore 9,00 – Roma
INAPP – CNEL: IL CAMBIAMENTO DEMOGRAFICO NELLA REALTA’ ITALIANA sito |

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commenti e riflessioni

Quello che i demografi anticipano...

"Quello che i demografi anticipano, gli economisti lo scoprono mentre sta accadendo e i politici dopo che è già accaduto".

Degiovanimento

Arriva in ritardo dalle nostre parti, il dibattito su giovani e potere e grazie ad un vescovo coraggioso di umili origini: «bamboccioni» incapaci di stracciare la figurina di Peter Pan o giovani vittime bloccate dalle oligarchie delle caste, siano esse politiche, professionali o industriali. Eppure, perfino il vocabolario della lingua italiana è stato costretto ad aggiornarsi. Non c’è più solo antipolitica e discontinuità, perfino il più recente monnezzopoli o il già datato tangentopoli. C’è, da un anno appena, degiovanimento (sostantivo maschile, perdita del bene prezioso della gioventù), un neologismo ideato e studiato da Alessandro Rosina, ricercatore della «Cattolica» di Milano, trentanove anni e testimone della fatica per la conquista di una cattedra universitaria. (Antonio Manzo, Mattino, 13 maggio 2009, Salerno, p. 27) • [tit.] Il rischio degiovanimento [testo] Ormai sono lontani i tempi degli allarmi sulla denatalità, quando si annunciavano i rischi che avrebbe potuto conoscere la società italiana. Oggi il fenomeno non fa più notizia, al contrario rientra nei processi di lenta metabolizzazione dei cambiamenti. Un neologismo fotografa la mutata situazione e proietta un’ombra inquieta sui prossimi decenni: la parola è «degiovanimento» che è qualcosa di più di invecchiamento. L’Italia non solo è, e continuerà ad essere, un “Paese per vecchi”, ma vedrà le nuove generazioni indebolite nella loro tradizionale carica di soggetti portatori di cambiamento e di crescita. (Giovanni Santambrogio, Sole 24 Ore, 30 giugno 2013, p. 30, Cultura e sviluppo) • Più elevate sono le risorse culturali e il capitale sociale, più tende a prevalere la componente della scelta. Viceversa, più basse sono le condizioni di partenza combinate con alte aspettative, più ci si sposta per necessità. In entrambi i casi sono soprattutto i laureati e i più dinamici ad alimentare la crescita dei flussi verso l’estero, con conseguente accentuazione del degiovanimento quantitativo e qualitativo della popolazione italiana. Ma più recentemente è aumentato il contributo ai flussi in uscita delle persone di mezza età. (Alessandro Rosina, Repubblica, 5 aprile 2017, p. 6).